Pat Foreste Demaniali

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Attivitā nelle foreste demaniali in capo al Settore "Adige": Bondone


Foresta demaniale del Monte Bondone: miglioramenti ambientali per il recupero dell’habitat del fagiano di monte


Nella F.D. del Monte Bondone a predominare sono gli ambienti a pascolo e prato-pascolo, mentre la superficie boscata si riduce a circa 230 ettari. Al suo interno si trova anche la Riserva integrale “Tre Cime di Monte Bondone” istituita nel 1971 (223 Ha) per impedire la realizzazione di un complesso di impianti sciistici e del relativo corollario di strutture. 
La gestione selvicolturale è finalizzata a migliorare la struttura e la stabilità dei popolamenti, con scelte mirate per le aree maggiormente frequentate.
La fauna presente nella Foresta demaniale è composta da una ricca varietà di specie tipiche degli ecosistemi alpini tra cui spicca per consistenza, il capriolo. 
Nella Piana delle Viote, ma parzialmente esterna all’area demaniale, trova posto anche un'interessante torbiera che conserva rare varietà botaniche nonché endemismi floristici e preglaciali di fauna invertebrata.

 

Nel corso degli ultimi decenni sulle Alpi tutte le specie di galliformi sono andate incontro ad un declino più o meno marcato. Le cause principali della riduzione numerica e della contrazione degli areali di distribuzione sono da ritenersi essenzialmente la perdita, la degradazione e la frammentazione dei loro habitat. 
Lo spopolamento che ha interessato le aree montane, ha infatti causato una drastica riduzione degli ambienti favorevoli a questi animali, in quanto l’abbandono dei pascoli ha determinato l’inesorabile chiusura degli spazi aperti di alta montagna che costituiscono il habitat preferenziale. A risentire maggiormente di questa situazione sono soprattutto due specie: il fagiano di monte o gallo forcello (Tetrao tetrix) e il gallo cedrone (Tetrao urogallus).
Allo scopo di marginare la tendenza alla contrazione delle popolazioni di galli cedroni e fagiani di monte, l’Agenzia Provinciale delle Foreste demaniali (Aprofod) si è posta l’obiettivo di avviare una serie interventi di riqualificazione e conservazione degli loro habitat naturali nelle foreste demaniali del settore), per controvertire la chiusura del bosco e l’invasione degli arbusti nelle zoocenosi dei cedroni e dei forcelli.
La necessità di conservare e ricreare biodiversità a favore di queste specie antiche venute dal freddo, poco conosciute e spesso dimenticate, viene sancita anche dalla dir. “Uccelli” 79/09/CEE che le inserisce negli elenchi di uccelli selvatici che richiedono protezione a livello europeo non solo tutelandone le popolazioni, ma anche proteggendone gli habitat naturali. A tal proposito la direttiva Uccelli prevede la designazione delle Zone di Protezione Speciale (Zps), che unitamente alle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) istituite in ottemperanza alla dir. 92/43/CEE “Habitat” per la conservazione degli habitat e delle specie, costituiscono Rete Natura 2000. Le foreste demaniali di Scanuppia e Campobrun, risultano essere due delle 19 ZPS del Trentino, mentre la riserva integrale “Tre Cime del Monte Bondone” , interamente compresa nella F.D. del Monte Bondone, è stata istituita quale ZSC. La gran parte del territorio delle foreste demaniali del settore meridionale ricade quindi in Siti Natura 2000.
Nell’autunno 2020 all’interno della riserva naturale “Tre Cime del Monte Bondone” sulle pendici del Monte Bondone in località Pian dei Cavai ad una quota tra i 1.700-1.900 mt s.l.m è stata avviata un’azione finalizzata nello specifico alla salvaguardia dell’habitat del fagiano di monte, un tempo qui presente con numeri ben più significativi rispetto allo stati attuale.
L’azione di taglio e cippatura, concentrata sulla fascia arbustiva ad ontano verde e rododendro, è stata eseguita utilizzando escavatore ragno con trincia forestale, che ha percorso una superficie complessiva di circa 8 ettari all’interno della quale, nel rispetto della naturalità dei luoghi, sono stati creati dei “corridoi” a creare una sorta di mosaico di aree aperte e chiuse.
Nel 2022 la vegetazione erbacea, aveva già colonizzato l’area di cantiere, ma soprattutto specie arbustive baccifere come il mirtillo nero e il lampone, importantissime nell’alimentazione di questo galliforme, avevano iniziato ad insediarsi nella radure create con l’intervento.

 

I lavori di miglioramento: č creato un mix di aree aperte e chiuse, favorevole per la fauna alpina (nel caso in esame i tetraonidi)