Pat Foreste Demaniali

Logo stampa
 
Header_FD9
 

L'alluvione del 1966


Veduta della foresta demaniale della Val Cadino, ripresa il giorno dopo la piena del 4 novembre 1966
Veduta della foresta demaniale della Val Cadino, ripresa il giorno dopo la piena del 4 novembre 1966 - tratta da Aprie

 

Fu un evento che cambiò notevolmente la visione dei pendii boschivi della Val Cadino e del valore ambientale che la popolazione di Molina e della bassa Val di Fiemme attribuiva al bosco e al paesaggio culturale.
L'assetto attuale dell'ambiente e dei soprassuoli boschivi risulta modellato, oltre che dalla secolare gestione produttiva delle risorse naturali, dai numerosi fenomeni distruttivi provocati dal vento - i cosiddetti schianti - dall'acqua e dalle frane.
Dal 1882 ad oggi si sono verificati almeno 7 episodi di danneggiamenti causati da eventi meteorologici straordinari, di cui il più catastrofico è senz'altro quello coincidente con la storica alluvione del 1966. Il ciclone del 4 novembre 1966 colpì soprattutto la parte meridionale della foresta, provocando la perdita di oltre 90.000 mc. di legname pari al 27% della massa totale. Gravissimi furono anche i danni alle infrastrutture lungo il Rio Cadino dove furono portati via o parzialmente distrutti ponti, caseggiati, briglie e strade.
Per recuperare tutto il legname caduto e sradicato su oltre 70 ettari ci volle più di un anno di intenso lavoro impiegando uomini e mezzi di ogni tipo tra cui anche alcune barche da traino che servirono per recuperare il legname finito nel Lago di Stramentizzo, operazione particolarmente difficile, vissuta dalla popolazione con trepidazione e intensità.
Dopo il censimento dei danni si iniziarono immediatamente le operazioni di rimboschimento delle zone più colpite, per evitare e prevenire ulteriori danni causati dall'erosione. Per un recupero immediato della vegetazione forestale, nel periodo 1968-1971 furono piantate più di 150.000 piantine, quasi tutte di abete rosso.