Pat Foreste Demaniali

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Le Foreste Demaniali di Caoria

Le due Foreste (Valsorda e Valzanca) sono localizzate nel Trentino orientale nella valle del Vanoi


L’ambiente/La fauna

Nel bacino del Torrente Vanoi si estendono le Foreste demaniali di Valzanca e Valsorda che costituiscono il compendio di Caoria, dal nome del centro abitato limitrofo. L'intera area rientra nel Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino e ne costituisce uno dei paesaggi più rilevanti e particolari. A partire dagli anni '60, nella parte inferiore della foresta sono state acquisite numerose proprietà private costituite da prati abbandonati, baite, edifici rurali e rustici che oggi, grazie agli interventi conservativi e allo sfalcio di mantenimento dei maggiori nuclei aperti, costituiscono un patrimonio socio-culturale di grande interesse sia per il pubblico locale che turistico.
La Foresta demaniale di Valzanca, che prende il nome dalla Forcella di Valzanchetta raccoglie le acque del versante meridionale del Lagorai, da Cima Cece e Cima Valcigolera e del versante occidentale della Tognola fino alla confluenza al Ponte Stel.
Valle particolarmente quieta e silenziosa, offre un paesaggio naturale di suggestiva bellezza e originalità. La superficie demaniale ricopre una superficie di 827 ettari compresi i pascoli e gli improduttivi. Poco meno di 570 sono occupati da boschi che risentono di calamità e danni subiti in passato, quali guerre, vento, schianti che hanno creato una prevalenza di formazioni coetanee a dominanza di abete rosso, con una buona partecipazione di abete bianco e presenza di faggio nel sottobosco in basso e di larice alle quote più elevate.
Da segnalare le ampie superfici a pascolo (non demaniali) sedi delle Malghe Miesnotta, Valzanchetta e Malga Fossernica di Fuori, esterna al perimetro demaniale, da dove si può ammirare l'intero complesso forestale di Valzanca, contornato dalle cime del Lagorai.
La Foresta demaniale di Valsorda si estende per 850 ettari nell'omonima valle ricca di bosco dove tra i 1200 e i 2080 metri prevale l'abete rosso che si associa all'abete bianco in basso e al larice nella parte superiore della proprietà, dove diventa predominante. Qua e là, ampie radure ospitano prati e pascoli con malghe monticate nel periodo estivo: famose e molto frequentate sono Malga Valsorda (Comune di Canal San Bovo) e Malga Arzon (demaniale).
A quote inferiori non mancano insediamenti di numerose latifoglie quali l'acero di monte, il nocciolo, il frassino, l'ontano bianco e il pioppo tremolo ed ancora la betulla, il salicone ed il sorbo degli uccellatori.
La Catena montuosa del Lagorai opposta a quella delle Pale di San Martino e di San Lucano, influenza notevolmente l'andamento delle precipitazioni nelle foreste che si mantengono elevate durante tutto il periodo vegetativo.
Tutto il territorio demaniale è interdetto alla caccia, scelta che favorisce ancor di più la conservazione dell'habitat naturale, il ripopolamento e la diffusione della fauna selvatica stanziale.
Tra gli ungulati le specie maggiormente presenti sono il cervo ed il camoscio, mentre il capriolo risulta sottorappresentato in relazione alle potenzialità del territorio. I galliformi sono rappresentati dal gallo cedrone, in regresso a causa delle variazioni sfavorevoli dell'habitat causate dell'abbandono della montagna, dal gallo forcello e, negli ambienti di ecotono, dal francolino di monte. Per i carnivori sono presenti la volpe ed il tasso. Sono segnalati anche l'astore, lo sparviere, il falco pecchiaiolo, le civette nana e caporosso ed i picchi nero, tridattilo e cenerino.

 

La storia: le baite, le casere, la Segheria veneziana di Caoria

Nella parte bassa della Valsorda in località Fiamena e Val Redos, così come a Tognola e Valzanca, si trovano sparsi sul territorio decine di tabià -fienili - e casere - baite- , quasi dei piccoli villaggi in quota che un tempo venivano abitati e vissuti in forma quasi permanente da maggio a novembre. La conformazione geografica del territorio ricoperto perlopiù da boschi e versanti rocciosi, si fonde armoniosamente con il paesaggio culturale, caratterizzato dalla presenza di questi insediamenti incastonati nei morbidi declivi prativi, segno della secolare presenza dell'uomo nell'economia silvo-pastorale tipicamente alpina.
Guardando da vicino il paesaggio attuale delle Foreste di Caoria possiamo leggere la storia rurale espressa dal lavoro umano in anni ed anni di frequentazione estiva, quando con il bestiame la popolazione si trasferiva in quota e lavorava i prati ed i pascoli. Ma anche l'enorme lavoro a carattere forestale, quando in autunno e in inverno, numerose compagnie di boscaioli tagliavano centinaia di metri cubi di legname e lo trasportavano fino alla Segheria veneziana demaniale di Caoria, struttura del Demanio provinciale che l'ha curata, gestita e tenuta in uso fino al 2003.

 

 

Nelle Foreste di Caoria informati

Accessi

La Foresta è raggiungibile tramite la Strada provinciale nr. 56 che da Canal San Bovo porta all’abitato di Caoria. Gli accessi specifici ai vari tratti di foresta sono dati da numerose strade forestali e sentieri chiusi al traffico pubblico.

Per le visite a piedi ci si serve dei numerosi itinerari escursionistici proposti anche dal Parco naturale Paneveggio Pale di San Martino e dall’Ecomuseo e dal Sentiero etnografico del Vanoi.  

La gestione delle Foresta è affidata all’Agenzia provinciale delle foreste demaniali, Ufficio Tecnico e gestionale con sede a Cavalese (TN), tel. 0462241520 che tramite la Stazione forestale demaniale di San Martino e Caoria, tel. 0439/68015, controlla e valorizza il bosco e le tante attività che lo riguardano.

 

Numeri utili

Numero unico emergenze: 112

 

Azienda per il Turismo San Martino di Castrozza, Primiero e Vanoi

Parco Naturale di Paneveggio Pale di San Martino

Ecomuseo del Vanoi

Sentiero etnografico del Vanoi

 

 
Approfondimenti