Pat Foreste Demaniali

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Stradivari a Paneveggio

Il celeberrimo liutaio cremonese Stradivari si serviva dell'abete "sonoro" di Paneveggio e di Fiemme e sembra visitasse annualmente le foreste in questione per scegliere i pezzi migliori per costruire i suoi famosi strumenti. Un aneddoto narra che " nella primavera del 1719 passando per Bellamonte per recarsi a Paneveggio per la periodica visita, vide che delle persone stavano terminando di costruire con tronchi sovrapposti un "baito tabià". [...].
Lo Stradivari fermò le "some" [bestie] ed iniziò a parlare con il contadino avendo notato che una delle "piane" (travi) faceva al caso suo. Il contadino lì per lì non voleva privarsi di quel tronco che gli serviva subito, era numerato, ed aveva già gli incastri alle estremità per la sovrapposizione, ma Stradivari tanto fece che lo convinse a cedergli il legno e conservarglielo all'interno della costruzione, lo pagò con un bel gruzzolo di lire veronesi, dicendo che l'avrebbe prelevato l'anno successivo e portato a Cremona con le "some". E così fu."
E da quella trave nacque probabilmente uno dei tanto ammirati violini che viene usato ancor oggi da valentissimi artisti.

Aldo Zorzi
(Strenna Trentina, 1985)